Un’occhiata in casa d’altri……..

Un’occhiata in casa d’altri…
Da piccolo mia madre mi raccomandava di non sbirciare dalle porte socchiuse, dai battenti delle
botteghe ( ahimè c’erano ancora i battenti in legno..), dalle imposte mezze abbassate d’estate per
difendersi dal sole ma con le finestre aperte per rinfrescare col “giro d’aria” .
Ma io allora, (come adesso…) ero un po’ monello, curioso e sbirciavo. Abitando in un paese piccolo la
vita era vissuta si in casa, ma anche, allora, in strada che era la continuazione delle cucine, dei
soggiorni e salotti, degli ingressi quasi sempre aperti, che rendevano impossibile non girare la testa
quando passavi. Anche le piccole botteghe, falegname, pizzicagnolo, caseificio, calzolaio, mi facevano
scoprire mondi sconosciuti ed io curiosissimo, guardavo. Anche palesemente, non di nascosto. A volte
entravo perchè la curiosità, l’interesse e anche la voglia di imparare qualcosa erano più forti.
E che centra in un sito di atletica? Centra, centra!
Budapest, settimane dal 10 al 23 maggio 2021, Campionati Europei di nuoto.
Sono anni che il nuoto italiano ha cambiato passo. Il rapporto di crescita è inversamente proporzionale
al calo dei risultati (crollo?) della nostra atletica. Qualcuno non è daccordo? Si faccia avanti coi dati alla
mano però, perchè personalmente mi sono stufato di chiacchiere e ricette empiriche che ci hanno
quasi seppellito.
A Budapest l’Italia dell’avvocato (oops!!!) Cesare Butini C.T. della nazionale Italiana di Nuoto, ha
centrato la “ tempesta perfetta”, il “campionato perfetto”!
10 medaglie d’oro, 14 d’argento e 20 di bronzo, prima nella classifica per Nazioni, un RECORD del
MONDO assoluto e juniores ( ma ci torniamo dopo proprio quì..) e record europei e italiani dei quali si
è perso il conto.
Qualche considerazione a margine:
Difficoltà quasi insormontabili di allenamento ( le misure per il covid19 ha colpito molto più duro di
qualsiasi altro sport tanto che a tutt’oggi ,24 maggio, le piscine sono ancora chiuse!),
I nuotatori “beneficiano” dei gruppi sportivi militari come gli altri.
La federazione guarda talento, cultura e risultati (meglio continuità nei risultati).
Nel 1986 il quasi ingegnere ( eh si anche quì niente scienze motorie…) Alberto Castagnetti vede ai
mondiali di Madrid, da tecnico venditore di galleggianti per corsie di piscina ma grande appassionato
ed esperto di nuoto, che si è toccato il fondo. Ma i ragazzi forti, anche in quella fallimentare trasferta ci
sono!
1997 i primi campionati (europei) dove l’Italia non fece da mattonella di rivestimento della piscina, ma
cominciò a farsi notare non come individualità, ma come squadra.
Qualche “immenso” individualista Alberto lo aveva già allevato ( lui ama i singoli geni alla Mariolino
Corso per dire, come scrive sul Foglio Roberto Perrone nel ricordare i 10 anni della sua morte) me è
anche un visionario, un concretissimo e praticissimo visionario. La sua idea era una squadra costruita
da un’idea tecnica chiara e pesante (reclutamento e lavoro pesante e precoce), dall’organizzazione, dal
talento, dalla cultura scientifica e dalla passione. Semplice no?
Quello che sbalordisce più di tutto questo è che il nuoto, dopo decenni di debacle, ha fatto coming
out, è “ uscita dall’armadio” e ha pensato di cambiare credenze e modi del passato che l’avevano fatta
crollare.
Esattamente il contrario di quello che sta facendo la nostra atletica! Anni di inesorabile calo a picco e
sembra che tutto vada bene.
E ormai non fanno più presa nemmeno le scuse da “cultura degli alibi” usate fin ora: Il nuoto per
essere ripetitivi ,(ma non solo lui..) pesca nella stessa gioventù che “non è più quella di una volta”
dove pescano nuoto, volley, e compagnia bella, ha a che fare con gli stessi “minorati motori” che
abbiamo noi e ha numeri giovanili anche più bassi! E allora?
Evidentemente allora bisogna sbirciare!
Gli altri sport non hanno paura di se stessi.
Quando un ragazzo si iscrive in piscina fa NUOTO. Quando va al circolo gioca a TENNIS, quando si
iscrive in palestra gioca a BASKET o a VOLLEY , ( potrei citare l’arco, la pistola automatica o lo sci
piuttosto che il canottaggio!): punto! ( ops tutti sport dove stiamo esplodendo a livello mondiale o lo
abbiamo già fatto).
Mi sorge un dubbio: non è che con gli anni, abbiamo confuso il rapporto tra atletica e gli altri sport?
Un tempo ( ed anche ora..) l’atletica era la base per tutti gli altri ( ..il preparatore atletico si diceva e si
dice…) oggi prima di far fare una specialità ai nostri, debbono aver fatto 3 sport diversi e 4 o 5
discipline diverse ( e rigorosamente non quella alla quale un tecnico mediamente preparato ed
esperto lo vede portato!). Se capita da un altro sport va bene, ma fargli perdere gli anni d’oro
dell’apprendimento ( abilità coordinative) apposta è un delitto!
Nella lotta, per dire, si corre (tanto!), si salta, si lancia, si sollevano pesi, si sprinta ecc (ci
mancherebbe!), ma si LOTTA, SUBITO, TANTO e con il livello TECNICO più ALTO POSSIBILE!!!
Nel tennis abbiamo diciottenni che giocano alla pari con Nadal e nel nuoto appena sedicenni (28
gennaio 2005 per dire una data!) che fanno il record del mondo assoluto! I santoni dell’atletica
diranno: abbandoneranno precocemente! Palle!!! Federica Pellegrini ( ops è figlia di un lottatore!)
e Fognini, Magnini, Scozzoli ,Moelgg, Sara Ferrari e via discorrendo.. docent!
La contraddizione (schizofrenia?) è però di base. Nei corsi, a tutti i livelli ci nauseano di prediche sui
tempi limitati di sviluppo delle abilità coordinative, sulla loro brevità di tempo per aumentarne la
soglia e la stretta correlazione con quelle condizionali e più in generale,motorie. Allora perchè non far
fare ai bambini quei gesti tecnici (invece di brutti surrogati) che ci interessano. Ma se sono fortemente
ricettivi a quelle età perchè auto imporci di non sfruttarle al meglio? Ribatteranno di sicuro: “ bisogna
essere veggenti per capire in quale specialità” .. io non credo! Non dico sia facile ma un’idea ce la
facciamo dopo il primo anno che il bambino corre, salta, lancia e impara le basi fondamentali. E, se
proprio non ce la facciamo, andiamo ad imparare dagli altri. Sci, ginnastica, rugby, calcio, volley,
basket, nuoto, dove esistono anche le specialità, (non siamo solo noi ad averle ..) ed i ruoli, con abilità
e caratteristiche anche molto diverse tra loro. Se parliamo di tecnica ad esempio la perfetta virata di
Margherita Panziera ripetuta 6 volte fa la differenza in un 200 dorso ai massimi livelli! E per parlare di
tecnica i tennisti sono super specializzati dai 5 anni (!) … e sanno fare nel giro di 4/5 secondi un dritto
potentissimo e profondo seguito da un Lob dolcissimo e super “spinnato”! E siamo diventati una
potenza mondiale! Altro enorme progresso del nostro nuoto ad esempio, è dovuto all’introduzione di
massicci lavori di forza, (fatti bene e coi carichi giusti, non alla “viva il parroco”), che ha fatto
dimenticare i costumi in gomma e fatto letteralmente esplodere la rana!
Un bel giro al CIRCO poi ci farebbe bene per chiedere loro come fanno a decidere e formare a 3 anni
un trapezista piuttosto che un clown o un saltimbanco piuttosto che un domatore. E non sbagliano
MAI perchè non ci sono in gioco le medaglie ma , spesso, la pelle.
Insegnare cose speciali vuol dire fare un lavoro speciale: difficile, impegnativo, colto e raffinato e nel
nostro mondo ormai da troppo tempo tutto ciò si è equivocato! Si è confusa l’intensità
dell’allenamento (da atleti evoluti) con la specializzazione, la poca conoscenza con la preparazione di
base, la poca voglia col poco tempo, la preparazione approssimativa con quella giovanile e via di
confusione. Che non centrano nulla col fare il tecnico!
Per non parlare di tanto altro: stufarsi, lamentarsi della lunghezza delle gare, svogliatezza,
approssimazione anche delle categorie di supporto alle competizioni ecc… Evidentemente siamo i
peggiori e, sfortunatamente, ci arrivano tutti i ragazzi peggiori (?!). Ma com’è che tutti gli altri con gli
stessi ragazzi (o no?) vincono le Olimpiadi?,!

Giampaolo Chiusole