“E’ tutta una questione di neuroni ; allenare con il sogno del successo”
di Alessandro Ambrosi, Head Coach e Teacher presso College Hampton University Athletic Department
Ringrazio innanzi tutto il mio amico fraterno Renato Dionisi per aver svegliato la mia curiosità nello scrivere ancora, e per invitarmi a farlo sul blog Atleticaaperta.
Probabilmente chi leggerà questo mio modesto contributo alla teoria
dell’allenamento in atletica leggera sarà dibattuto dall’odiarmi o da mostrare
buoni sentimenti nei miei confronti.
Parto da una domanda: vi è mai capitato di stupirvi di fronte ad un bambino o bambina di appena 5-6 anni che suona il pianoforte o il violino? oppure di farlo guardando le splendide evoluzioni di una baby ginnasta, o restando nel nostro sport, le imprese del neoprimatista mondiale di salto con l’asta Duplantis?
A questo punto sorge spontanea una domanda: com’è possibile che giovanissimi talenti raggiungano tale perfezione in ciò che fanno prima di una cosiddetta maturità psico-fisica?
Partiamo da una definizione del nostro Sistema nervoso, l’equivalente del
software che controlla il funzionamento dell’hardware, ovvero del corpo , e quindi i movimenti volontari. Il Sistema nervoso è un Sistema complesso.
Il sistema nervoso è formato da una rete Neuronale in grado di modificare e incrementare il proprio stato di conoscenza attraverso le connessioni che si attivano grazie alle esperienze che il nostro corpo fa.
In fisica moderna un sistema complesso è un sistema dinamico multicomponenti, composto cioè da diversi sottosistemi che tipicamente interagiscono tra loro. Tipici dei sistemi complessi sono i concetti di autorganizzazione e comportamento emergente.
Quindi il software che regola i nostri movimenti e che ne controlla la loro esecuzione è un sistema complesso.
Riesce ad auto organizzarsi ed a migliorare grazie all’esperienza ed al confronto
con gli stessi comportamenti in periodi diversi non lontani fra di loro.
Fatta questa premessa e per evitare possibili minacce nei miei confronti per essere troppo teorico mi calo nella nostra realtà e cioè come far lavorare tale sistema complesso e come migliorarne il funzionamento.
Apprendimento motorio e prestazione degli atleti. La mia esperienza
Sono Alessandro Ambrosi, italo-americano, e lavoro presso il College Hampton University Athletic Department negli Stati Uniti come Head Coach ed Insegnante oltre che essere di supporto alla Guardia Costiera Americana.
Ho allenato nella mia carriera parecchi atleti in specialità e sport diversi.
Parlando di Atletica la mia specializzazione è nei lanci e soprattutto nel lancio del giavellotto, essendo stato anch’io da giovane un giavellottista.
Collegandomi con quanto esposto da me nella premessa, non credo nella
multilateralità, né mi convince la specializzazione tardiva degli atleti.
Il bambino musicista impara subito ad usare il suo strumento ed è favorito inizialmente dal fatto che le informazioni ricevute dal suo Sistema nervoso cominciano subito ad organizzarsi in un ambiente Interno ancora non contaminato da altre interferenze.
Lo stesso comportamento avviene per le baby ginnaste, e così è iniziata la grande
avventura del fenomeno Duplantis nel salto con l’asta. Esistono filmati che mostrano il bambino Duplantis saltare già da piccolo con una buona tecnica. Ma allora perché perdiamo tempo dando la priorità a inutili percorsi con birilli, andature etc. etc.?
Se la chiave del successo sportivo, o musicale per chi si interessa di musica, risiede da come facciamo fare esperienze formative al nostro Sistema nervoso, facendo lavorare e interconnettere I nostri neuroni, FACCIAMOLO!!!
Insegniamo la tecnica delle specialità, la tecnica della corsa, insomma insegniamo quando i nostri atleti sono ancora bambini.
Lancio del giavellotto precoce
Questo perché la rete Neuronale è complessa, e in un bambino i percorsi sono ancora aperti, di conseguenza è molto facile apprendere il gesto tecnico, che è opera dell’allenatore. Perché ad esempio non insegnare fin da subito a lanciare il giavellotto?
Ovviamente va fatto con attrezzi adatti, come da esempio il Giavellotto Polanik TurboJav per bambini. Questo attrezzo è l’ideale per l’allenamento di bambini e piccoli atleti che intendono familiarizzare con lo strumento. Inventato dal campione mondiale di lancio del giavellotto Tom Petranoff, la sua aerodinamica è simile a quella di un vero e proprio giavellotto. Pertanto, il giavellotto si presta perfettamente alla pratica. Si tratta di uno strumento estremamente solido e resistente. Svitando la vite posta nel mezzo, il giavellotto diventa pieghevole, pronto per essere facilmente trasportato. Ideale per allenamento indoor e outdoor. Si può utilizzare in palestra e non è pericoloso.
A proposito dell’uso indoor del giavellotto, con Stefano Nardini ex campione italiano promesse, l’abbiamo utilizzato durante l’inverno concentrandoci sul finale con esercizi specifici dove veniva stimolata la sua capacità di confrontare le varie esecuzioni e dare possibilità al suo Sistema di auto organizzare risposte adeguate e funzionali alla richiesta di movimento.
Successivamente ho fatto un esperimento introducendo i fondamentali del giavellotto a bambini delle scuole elementari negli USA ottenendo risultati sorprendenti. I bambini inizialmente apprendevano per imitazione tentando di replicare quello che dimostravo, ma poi riuscivano addirittura ad interiorizzare il movimento adattandolo al proprio corpo. Io cercavo essenzialmente di proporre esercizi graduali in difficoltà che li mettevano nello stato di necessità di trovare risposte adeguate. Sono stati anche in grado di fare proposte su come migliorare l’esecuzione in base a quello che provavano lanciando, dopo mie specifiche domande che scaturivano da una mia osservazione visiva fatta da diverse angolazioni. Per ora mi fermo qui, sperando che questa mia provocazione possa avviare una discussione costruttiva.