La non specializzazione precoce è una cagata pazzesca come la corazzata Potemkin……
La specializzazione precoce nell’atletica leggera
Ritorniamo a spiegare la nostra posizione in merito all’argomento della specializzazione precoce. Per capire di cosa parliamo analizziamo i termini, ovvero il sostantivo specializzazione e l’aggettivo precoce
Specializzazione: sostantivo femminile. Preparazione specifica in un campo determinato di un’attività, o di una disciplina.
Precoce: aggettivo qualificativo. Che avviene in giovane età.
Ora, in atletica leggera si chiamano specialità le gare o eventi come 100 mt, salto in alto, tiro del giavellotto, salto in lungo, lancio del martello ecc. Per cui specializzazione significa praticare una specialità.
Avviare e insegnare in età giovanile nelle categorie ragazzi ragazze i fondamenti di una specialità è definita come specializzazione precoce, rispettando però le caratteristiche personali e i tempi di apprendimento.
In tutto il mondo sportivo, ma in particolare in atletica, questo metodo è praticato e accettato soprattutto in specialità complesse come il salto con l’asta, il lancio del martello, il tiro del giavellotto, gli ostacoli per la loro complessità vanno avviati precocemente
Tuttavia questa necessità logica spesso è scambiato, creando grande confusione, con l’allenamento precoce, cioè l’introduzione di carichi di allenamento eccessivi in giovane età.
Ancora molti tecnici, sia nazionali, che regionali, continuano a confondere specializzazione precoce con allenamento precoce e anzi raccomandano di non avviare precocemente alle specialità i ragazzi/e pena involuzione tecnica negli anni successivi.
Noi invece siamo convinti che la strategia vincente, non solo per esperienza personale, ma anche per analisi dei percorsi formativo di molti atleti di vertice, dove solo pochi di loro hanno praticato altre specialità nelle categorie giovanili se non per partecipare ai GP giovanili e preparando le gare mai praticate in allenamento solo il giorno prima, fin dagli esordi si sono concentrati su un gruppo di specialità più idonee alle loro caratteristiche psico fisiche.
Per avere successo questo metodo deve però rispettare l’età sensibile come indicato nella tabella di Martin.
Utilità della tabella di Martin

La conoscenza della tabella di Martin serve a programmare consapevolmente un lavoro fisico che sia conforme con le richieste di sviluppo del giovane, in funzione dell’età. A questo si aggiunge un particolare importante: la massima voglia di apprendimento viene evidenziata tra i 7 e gli 11 anni. Questo permette all’allenatore di proporre lavori che siano tra loro eclettici, nell’ottica di garantire uno sviluppo a 360° delle capacità fisiche.
Quali capacità fisiche sviluppare durante le diverse fasi sensibili
In breve possiamo dividere le età in diverse fasi, in cui sarà importante sviluppare determinare skills motorie. Tra le capacità fisiche da sviluppare, troviamo:
- Rapidità: tra i 7 e i 13 anni.
- Resistenza: tra gli 11 e i 15 anni.
- Forza: tra i 13 e i 15 anni.
Quanto riportato da Martin non deve trarre in inganno il professionista: non ci si limita allo sviluppo delle capacità nelle sole età riportate, ma devono essere utilizzate in ottica pedagogica. Per esempio la forza sarà fondamentale svilupparla sempre, ma nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni avrà il suo picco massimo, favorita dalla pubertà.
Lo sviluppo precoce del gesto tecnico in età giovanile
Come noterete l’insegnamento del gesto atletico è trascurato, mentre si evidenziano solo capacità fisiche da sviluppare con diversi esercizi lontani dalla specialità atletiche.
Per questo motivo proponiamo di raggiungere lo sviluppo completo di rapidità, resistenza, forza tramite l’insegnamento delle specialità dell’atletica (salti, lanci, ostacoli), già a partire dagli 11 anni, quando le capacità del ragazzo sono al massimo del suo potenziale di apprendimento motorio.
In questo modo il nostro atleta nella categoria cadetti sarà in possesso della tecnica di base indispensabile per arrivare a significativi risultati agonistici, e non, come avviene ora, che molti tecnici iniziano ad insegnare solo a quell’età la tecnica di base quando ormai per specialità complesse è già troppo tardi.
In conclusione, se si vuole invertire la tendenza involutiva che attanaglia i settori tecnici della nostra atletica leggera, bisogna mettersi in testa che bisogna iniziare ad insegnare le basi tecniche delle diverse specialità già nella categoria ragazzi/e, o meglio ancora, a partire dagli esordienti.